Un tempo circolava un’analisi sociologica sul perché cinesi e giapponesi avessero gli occhi a mandorla.
Gli studiosi sono addivenuti alla conclusione che questo era dovuto al fatto che ponevano le mani sulla parte anteriore delle tempie, a lato degli occhi, e poi le tiravano all’indietro (con il conseguente allungamento del taglio oculare) esclamando “Minchia, arriere riso” (sottotitoli per non siciliani: “oh pofferbacco ….. nuovamente riso” si intende, in tavola).
La reminiscenza storica si è materializzata spontaneamente ed involontariamente nella mia mente (un po’ come in Ghostbusters: “Gozer il gozeriano ….. scegliete e perite ….. la scelta è fatta, il viaggiatore è giunto” Il marinaio dei marshmallow), quando, con i vestiti ancora inzuppati dal week-end di Melbourne, sono arrivato a Suzuka scoprendo amaramente che il meteo era più bastardo del SS-Obersturmbannführer Adolf Eichmann, comprendendo tutto il ventaglio di casi, dall’asciutto al bagnato estremo.
La roulette (che non è stata russa solo perché, al momento, ogni cosa russa è divisa tra Ucraina e Siria) ha tirato fuori numeri a caso per l’assetto, il che non significa che si tratta di una soluzione di compromesso accettabile in ogni condizione ma che la macchina farà schifo dall’inizio delle qualifiche alla bandiera a scacchi (sperando di arrivarci).
Sulle qualifiche stendiamo un velo pietoso perché, come mi accade troppe volte, una volta messo un tempo “di sicurezza”, al momento di spingere per dare il meglio comincio a litigare che il signore dei tagli di F1/24. Peraltro quest’anno non ci sono controlli della DG e dunque non possiamo nemmeno prendercela con Mark taccuino-rovente.
Tuttavia, un po’ di gente deve avere avuto avventure peggiori delle mie perché, alla fine delle qualifiche, sono in P10 che, date le premesse, è come vincere il panettone alla cena della Caritas.
Pronti, via, provando a muoversi come in un negozio di cristalleria consci del proprio essere elefante ed, in qualche giro, mi ritrovo 6° ma non saprei dire come né perché. Non è proprio come svegliarsi scoprendo di essere sposato con Kim Kardashian ma ci somiglia un po’.
Peccato che la storia debba qualificarsi come “matrimonius (neologismo liberamente creato per l’occasione) interruptus” dato che la doccia, che puntualmente è arrivata a metà gara, ha provveduto a rinfrescare le idee ai sognatori.
Il problema è che non ha rinfrescato solo le idee ma anche le temperature delle gomme le quali, almeno le mie, avevano il peccato originale. E il peccato originale è consistito nell’eccessiva e smodata indole protettiva tipica del genitore.
Infatti, preparando la gara con Kaiser_Massi il quale, notoriamente, arrostisce le gomme più della macchina-barbecue dello spot assicurativo di Facile.it (ah, per la cronaca, uno dei più idioti da quando esiste la pubblicità), abbiamo provato ad aumentare le pressioni ed un po’ la sua situazione è migliorata.
Il dramma è stato che quest’assetto con le gomme gonfie più dell’omino Michelin è rimasto salvato anche a me sicché i miei pneumatici, sul bagnato, non hanno mai superato lo stato fisico del ghiacciolo.
Massi, ingrato e anaffettivo, come dimostrerà nel dopo-corsa, che approfitta della circostanza di trovarsi a 1200 km di distanza, sarà cancellato dal mio testamento ma questo non giova all’aderenza.
A quel punto, tutti quelli che erano a tiro di missile balistico dalla mia posizione mi hanno sventolato il mitico fazzolettino con la scritta “Auf wiedersehen” di masseriniana memoria.
Come la qualifica, anche la gara si è conclusa in P10 ma è stata necessaria la collaborazione di qualcuno che si è autoeliminato (uno, in particolare, l’ho visto dallo specchietto all’uscita dalla Spoon e posso assicurare che ha i titoli per il concorso a premi “il botto dell’anno”), di qualcun altro al quale la pioggia ha fatto lo stesso effetto del nubifragio dell’Emilia e di una robusta dose di mano divina senza la quale non si va nemmeno a comprare il pane.
Posso salvare l’unica cosa di livello di questa serata: il nostro ingegnere dell’ultim’ora, il buon Simone Fracchiolla in arte Sdeam, che ha sostituito il titolare scansafatiche FIT_Alesi il quale si è autocompilata la giustificazione sorvolando sul fatto che, in realtà, vista la serata rigida, ha pensato a pigiamino, copertina, papalina e Netflix.
Ci si vede a Shanghai, forse.