Tra le dune di Sakhir, nel rutilante (si ringrazia Fabiomax, esimio correttore di bozze) tramonto sul golfo Persico, riecheggia un inquietante interrogativo: Bandy avrà perduto la finora incontrastata leadership del Prix Morticia Addams?
Il dubbio mi ha torturato la mente quando avevo appena finito di augurare il bentornato a Fabiomax (assente nei primi due GP) e l’ho visto schiantarsi, nel giro di rientro dalla qualifica, contro una McLaren che, ferma tra le curve 12 e 13, sembrava aspettare proprio lui.
La scena avrebbe fatto invidia perfino al Demolition Derby di sutiliana memoria.
Il dubbio è divenuto inquietante sospetto quando Fabio è entrato nel guinnes dei primati come primo ed unico pilota al mondo a partire per il giro di ricognizione con una gomma bucata.
Si è fatto infine ingombrante certezza quando, sulla griglia di partenza, gli hanno consegnato una confezione di Kleenex spiegandogli, visto lo sconcerto sul suo volto, che gli sarebbero serviti per sventolarli salutando gli altri che andavano via.
Tornando alle qualifiche, in pista tutto più o meno nei canoni ma il leitmotiv era costituito dal debutto di un inedito quartetto di commentatori/opinionisti: Hiroshi, MisterX, Mornon e Marco Ganu.
Debutto con lode per competenza, originalità ed umorismo anche se Hiroshi, pronosticandomi a 1.09, ha provato a tirarmela.
Mi spiace amico mio ma, almeno per questa volta, nel Prix Morticia Addams non sei nemmeno tra le riserve. Affetto e stima sono ricambiati ma l’indirizzo di casa comunque, non si sa mai, l’avevo preso.
Consapevolezza o presentimento, mentre attendo che Charlie Whiting stacchi la spina dei semafori, mi arriva in cuffia l’esternazione del mio teammate Zampy: “Minchia (ebbene si, abbiamo esportato l’esclamazione anche in lombardia) ho davanti Roby”.
Poi Bushino, partito secondo, contesta a Tilke posizione ed angolazione di curva 1 spiegando, in pratica, che dovrebbe essere un pò più avanti ed un pò più ampia e così spiana a Lopensky la vista di una nuova macchia rosa stagliata contro l’orizzonte.
Il buon Lorenzo, vittima del deja-vu, rivede il fantasma cinese, anche se in mani diverse, e maledice quella sorta di bomboniera battesimale giurando a se stesso che avrà solo figli maschi.
L’altrettanto buon Gilles, memore del deragliamento incontrollato della rossa numero 88 al tornantino 14 di Shanghai al giro 27/28 che per poco non gli ha regalato uno strike da antologia, prova a fuggire manco fosse inseguito da un branco di iene maculate.
Così occhio al distacco più ancora che alla pista: 1.1, 1.4, 1.2, 1.3. “Lorè, ma un piccolo lungo, una cambiata sbagliata no? Non di tanto, solo un paio di secondi”.
L’ho già scritto ma vale la pena di ripeterlo. Ho un compagno di squadra eccezionale nel rispetto del primo comandamento “Comunicazioni all’essenziale”.
Ciò non lede il suo diritto di tuonarmi in cuffia, al giro 4, un sano e robusto “Dai Roby, caxxo”. Cos’è successo? Dopo 3 giri abbondanti di scaramucce, a curva 4 si sono stretti la mano e le ruote (in effetti mani che si agitavano fuori dall’abitacolo in vista TV se n’erano già viste parecchie) e a curva 6 Roby gentilmente ha chiesto: “Gliela affetto?”. “Si grazie – ha risposto Zampy – Faccia tre etti”. Traaac, via un pezzo d’ala.
Da quel momento, non si sa se per un bug, le comunicazioni all’essenziale hanno sofferto di ripetitività: “Caxxo, ho rotto l’ala, provo a continuare, mi fermo ai box”.
Mio figlio, quando ha visto la gara in differita, con viso sofferente ha esclamato “Povero Zampy” lasciandomi nel dubbio pungente che facesse il tifo più per lui che per me.
E siamo al pit stop. La regola vuole che chi è in vantaggio faccia le stesse mosse di chi insegue.
Chi ha scritto la regola non aveva considerato che chi insegue vede cosa fa chi gli sta davanti e ha modo di diversificare, ma non viceversa.
Ma siccome siamo nell’epoca in cui corrotti e concussi vincerebbero le elezioni con schiacciante maggioranza assoluta, ho avvicinato una talpa nell’entourage di Lopensky, promettendogli l’anonimato e un week-end per due a Rivodutri, per ottenere la vitale informazione: “Si fermerà al giro 9”.
Nell’attesa guardavo le proiezioni delle possibili posizioni al rientro in pista e cominciavo a leccarmi i baffi come un gatto a digiuno da una settimana di fronte ad una scatoletta di Gourmet Gold.
A meno di scioperi sindacali e attentati terroristici, un’interessantissima coppia formata da Emys e Cronolife avrebbe continuato a prendersi a sberle in mezzo tra me e Lopensky.
Così, all’uscita dai box, sfioro il muso di Emys tanto da accorgermi che, per effetto delle risse precedenti, gli mancavano 12 flaps, 46 fra viti e bulloni dell’ala, un adesivo di Lidl ed il corno contro il malocchio che teneva legato alla paratia sinistra.
Ma comunque esco davanti mentre la premonizione si avvera ed a Lopensky non rimane che assistere con crescente preoccupazione al roteare di clave che si consuma davanti alle sue Medium nuove di zecca.
Tempo 3 giri ed il gap, attestato sui 5 secondi prima del pit stop, schizza a 10 e poi, via via, aumenta fino a 14.
Nel frattempo fa capolino, al terzo posto del quadro dei distacchi, Antoniosperloga al quale, dato che il nick era già breve di suo, i nostri commentatori hanno pensato bene di aggiungere un’ulteriore consonante per renderlo più musicale sicché, almeno per questa gara, sarebbe diventato “AntoniosperloNga”.
Comunque Antò (lo chiamerò così, d’ora in avanti, perché già ho speso una fortuna in toner per stampare il suo nome all’interno di questi resoconti) presenta un inconsueto set di Soft e non ci vuole una laurea in scienze logico deduttive per capire che si fermerà ancora.
La gara si avvia all’epilogo e 14 secondi su Lopensky sono più rilassanti di un flacone di valeriana quando si profila un’ultima insidia.
E’ strana la mente. A volte è capace di correre oltre l’evidenza della realtà.
Così l’imminente doppiaggio di Naspaz, che anche il più sgangherato spettatore avrebbe qualificato come attività routinaria priva di insidie, teletrasporta i pensieri a Melbourne 6/10/2017 quando il non-fantasma della vettura di Alexpilotino vagava per l’Albert Park, privo di conducente, tendendo agguati ai passanti, come sa bene Antò al quale la ferita brucia ancora.
Per fortuna Naspazzone piazza il suo tavolino con tanto di ombrellone all’esterno di curva 10 e mi invita perfino a bere uno spritz.
Grazie, ripasserò. Al momento ho un appuntamento al quale non vorrei mancare.
E mentre Emys e Bushino fanno istanza per l’allungamento della gara al 100% per continuare a suonarsele “a parità di gomme e di ali rotte” (premio per la migliore affermazione della serata), Gilles si fa consegnare il suo magnum di acqua di rose con bollicine. Dico bene, regia?
Tutto è bene quel che finisce bene. Nessuno attenderà Hiroshi sotto casa. Arrivederci a Sochi.